Gli annidel precursore by Philip José Farmer

Gli annidel precursore by Philip José Farmer

autore:Philip José Farmer
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantascienza (1968)
editore: Arnoldo Mondadori Editore
pubblicato: 2016-01-27T16:00:00+00:00


15

Leif fece un passo avanti, tenendo con mano ferma la lampada. La figura ondeggiò, diventò lievemente sfuocata, si confuse. Per un istante, Leif poté vedere oltre, e scorse il viso di un uomo. Era simile al viso di Crew; pallidissimo, labbra spesse, con un naso diritto, ma dalle narici larghe. La bocca era aperta e bavosa; gli occhi erano chiusi strettamente, come se la luce li ferisse.

— È abbastanza! — disse Jim Crew. — Non provochi la sua collera! Lo lasci stare. Non ci farà del male. Cioè, non lo farà, se lei spegne la luce.

Il dottore non voleva rinunciare alla luce, perché si sentiva indifeso, nel buio, con una cosa del genere vicino, una cosa che evidentemente poteva muoversi nel buio della galleria come lui poteva muoversi per la strada, a mezzogiorno. Ma la voce del suo compagno era così urgente, così incalzante, che Leif obbedì.

Jim Crew sospirò.

— Ah! — disse. — Andiamo. Non credo che ci seguirà.

La sua mano strinse quella di Leif. Leif, terrorizzato dall’idea di poter essere pugnalato alle spalle, si lasciò guidare. Quando ebbero percorso esattamente cinquecento passi, quando Leif non sentì più la presenza della cosa alle sue spalle, disse:

— Crew, non farò un altro passo avanti se lei non mi dirà che cos’era quello. Mi ha davvero colpito. Per un attimo, sono stato sul punto di credere nell’aldilà; credevo che fosse venuto … a cercarmi.

— Lei non è troppo spaventato, — disse il Bantu, ridacchiando. — Va bene. Posso immaginare quello che ha visto, dalle poche parole che ha pronunciato. Io non le dirò quello che io ho visto. Allora, lei sarebbe davvero spaventato. Si ricorda questa mattina, quando ha rifiutato la nostra supplica e si è voltato per andarsene? Quale pensiero le è giunto, allora?

— Quo Vadis? Dove stai andando?

— E quello che sospettavamo, — disse l’africano. — Benché in queste cose non si possa mai essere sicuri. La nostra non era esattamente telepatia, nel senso che lei attribuisce a essa. Noi quattro, insieme, abbiamo radunato il nostro sentimento di gruppo, la somma totale di tutti noi, tutti gli schemi e i circuiti dei nostri corpi, abbiamo messo a fuoco questa energia, e abbiamo lanciato contro di lei lo schema degli schemi.

— Lei non doveva riceverlo. Avrebbe potuto respingerlo inconsciamente, senza neppure capire che era stato lanciato. La sua “antenna” sarebbe stata ritirata, come accade per tante persone. Ma non lo era. Era fuori, anche se di pochissimo. E così lei ha captato quello che noi abbiamo emesso … quella sensazione.

— Le ripeto che noi non abbiamo proiettato delle parole … cioè, delle sillabe unite per formare dei significati singoli, collegati da una apparente forma sintattica. No, le abbiamo dato noi stessi, la preoccupazione e l’ansia che bruciavano in tutti noi. E, dato che questa sensazione è riuscita a imprimersi su di lei, lei l’ha captata, e il suo inconscio l’ha tradotta nella frase o nel simbolo che avrebbe potuto meglio esprimere quella sensazione. La sua memoria ha fatto uscire il Quo Vadis.



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